Progetto L.E.C in Africa a Gibuti

Arta / Gibuti

L.E.C. (Lire – Écrire – Compter / Leggere – Scrivere – Far di conto)

La Repubblica di Gibuti è situata tra Eritrea, Etiopia e Somalia in una zona strategica nel Corno d’Africa. È una ex colonia francese (Somalia francese) indipendente dal 1977.
Il cammino verso l’indipendenza è stato lungo, faticoso e segnato da lotte intestine, come sempre accade nei periodi post coloniali, e si può ritenere compiuto dal 1994.
Il Paese è ora in pace e, nonostante sia molto povero, accoglie profughi dei Paesi confinanti (Somalia, Etiopia, Eritrea e Yemen). Le etnie locali sono Somali, la maggioranza, e Afar.
La popolazione, di circa 900.000 abitanti, vive per il 75% nei centri urbani e per il resto in “villaggi” di popolazione semi nomade distribuiti nel Paese.

Il clima è molto caldo con temperature che nei mesi estivi possono raggiungere 49 gradi e negli altri mesi oscillano tra i 20 e i 35 gradi. In conseguenza del clima torrido i fiumi (uadi) si prosciugano prima di raggiungere il mare e il 90% del territorio è coperto da deserto.
Il Paese, per la sua posizione geografica e per la sua natura desertica, ha una situazione di povertà diffusa, con una forte incidenza di attività di allevamento e qualche coltura limitata alle oasi. Ciononostante e proprio in conseguenza delle scarse attività agricole, il governo di Gibuti ha sviluppato il settore dei servizi: porti (che servono l’Etiopia) e basi militari.
La Repubblica di Gibuti è un Paese giovane che sta cercando di sviluppare una sua economia dedicando una particolare attenzione all’istruzione: purtroppo dispone di risorse economiche limitate.

Il problema della scolarizzazione è particolarmente grave per i ragazzi troppo avanti con l’età per poter essere ammessi alle scuole di stato, per i bambini senza certificato anagrafico e per i ragazzi delle fasce più povere della popolazione (orfani, abitanti della savana, rifugiati ecc.) che restano quindi esclusi dal sistema nazionale scolastico.
Per la diffusione dell’istruzione importante è l’intervento delle missioni che riescono a raggiungere le aree più povere del Paese.

Per riuscire a aiutare questi bambini e giovani destinati all’analfabetismo la Diocesi di Gibuti, con il suo vescovo Mons. Giorgio Bertin, ha sviluppato il progetto educativo dei centri “LEC” (Lire, Écrire, Compter / Leggere, Scrivere, Contare).
I centri LEC prevedono un corso di studio di tre anni e l’apprendimento di lettura, scrittura e matematica di base per favorire l’integrazione nell’economia del Paese migliorando così anche la situazione della famiglia. Inoltre vengono effettuati corsi di educazione civica e morale e vengono inseriti elementi introduttivi di informatica e di inglese. Questo permette alla maggioranza degli studenti di trovare un lavoro alla fine dei tre anni di corso e ad alcuni di loro di raggiungere il sistema di istruzione nazionale completando il corso primario e liceale.
Una riflessione a parte va fatta sulla importanza della frequenza scolastica per la popolazione femminile. Oltre a permettere una maggiore indipendenza la frequenza della scuola fa sì che vengano posticipati i matrimoni e si ritardi anche l’età della prima gravidanza.

Il progetto LEC ha un grande valore umano in quanto si indirizza a chi non ha nessun mezzo né economico né istituzionale su cui contare.
I centri LEC sono cinque: uno sito nella capitale Gibuti e quattro distribuiti in aree diverse del Paese (Ali Sabieh, Arta, Tadjourah e Obock).

La Fondazione Isacchi Samaja ha deciso di “adottare” il progetto LEC di Arta, una cittadina di circa 5.000 abitanti situata a 40 km da Gibuti.
Il centro segue durante l’anno scolastico da 40 fino a 70 alunni, la metà dei quali sono ragazze, ed è aperto anche ai disabili.
La Fondazione ha finanziato la costruzione di una nuova aula scolastica completamente attrezzata e che sarà completata anche con l’attrezzatura informatica. Questo ha permesso di raggiungere la capienza attuale delle classi (70 alunni).

I ragazzi son seguiti da due insegnanti e tre suore.
La scuola fornisce la prima colazione a tutti gli studenti, molti dei quali devono percorrere un lungo tragitto a piedi per raggiungere la scuola.
Al centro di Arta si rivolgono le famiglie delle tribù seminomadi i cui bambini spesso vengono accolti presso famiglie “stanziali” appartenenti allo stesso clan.
Molti sono i ragazzi/e, che non avendo la possibilità di essere accolti, vivono in strada... un problema purtroppo comune a tutti i Paesi del mondo.

Il centro LEC contribuisce a formare persone libere e responsabili, rispettose dei Diritti degli Uomini e dei valori culturali dei propri Paesi, aperti al mondo e alle sue possibilità.
I LEC prevedono 3 livelli. Si insegna a leggere e scrivere in francese (lingua ufficiale), a conoscere la numerazione e saper effettuare le 4 operazioni. Si tengono corsi anche su: igiene, dietetica, basi di gestione economica, puericoltura, ecc.

Considerato che una delle difficoltà insormontabili che impedisce ai bambini di essere integrati nel sistema scolastico nazionale è la mancanza di certificato anagrafico, uno degli obiettivi della Fondazione per il centro LEC di Arta è di incrementare il numero di pratiche istituzionali per permettere a un numero maggiore di bambini di acquisire tale certificato. Si ricorda che il centro è aperto anche agli alunni disabili.

 

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